La Zingara

La zingara mi guardava.

A intervalli irregolari, ma sempre ostentando un disinteresse fasullo, come fossi nient’altro che un ostacolo arrivato a interferire sporadicamente con il suo campo visivo, la zingara in realtà guardava proprio me, e in questo modo rendeva manifesta la verità: mi aveva puntato.

L’osservai di rimando e di soppiatto: circondata da tre bambine appena deambulanti, che si aggrappavano alla sua gonna con paffute manine già ammaestrate al saccheggio, la zingara stazionava nei pressi della porta, a metà esatta del vagone, aspettando la marea umana in entrata e in uscita che necessariamente avrebbe lambito il suo raggio d’azione, secondo l’antico precetto per cui il nascondiglio migliore è sempre in piena vista.

Anni di esperienza mi avevano insegnato che lo spostamento convulso e caotico dei pendolari rappresenta, in queste situazioni, l’apice del pericolo, ma anche dell’opportunità. Perciò, approfittando dell’inerzia della frenata, che mi spinse autonomamente qualche centimetro più in là, riuscii a incastrarmi tra le sporte della spesa di una vecchia dallo sguardo inacidito e una comitiva di tedeschi in vacanza regolarmente muniti di calzini e sandali: dal mio nascondiglio potevo agevolmente osservare, non contraccambiato, lo sguardo della zingara, che adesso vagava intorno senza ritegno o sosta, una punta di incertezza insinuata nelle pupille dalla scomparsa improvvisa di un facile bottino.

Mimetizzato tra gli astanti sudati e puzzolenti cominciai a guadagnare pian piano l’uscita, vigile e guardingo, ormai del tutto preparato al momento in cui il mio corpo e quello della zingara si sarebbero inevitabilmente sfiorati.

E fu così che, mantenendomi rigorosamente fuori dalla sua visuale, incassando le spalle per svanire sotto l’orizzonte di copricapi e shatush, sfruttando il riparo offerto da valigie e trolley, occultando completamente la mia aura e sopprimendo ogni segnale vitale, scivolai infine alle spalle della zingara, non visto, e con un gesto rapido e deciso le rubai una bambina, dileguandomi subito tra la folla.