invox.6
Fuck it I’m a flower – Crying Day Care Choir
L’adoro perché mi ricorda di prendere sempre esempio della natura, di rimettere tutto in prospettiva, anche e soprattutto quando gli ostacoli sembrano insormontabili. I fiori se ne fottono, gli alberi se ne fottono… e io pure me ne fotto, “fuck it, I’m a flower, there is nothing you can do to hurt me.”
Money – Pink Floyd
Quando l’ascoltai per la prima volta rimasi stupita dal fatto che una canzone potesse durare quasi 6 minuti. E che potesse essere composta utilizzando suoni e rumori, non semplicemente note. Il rumore dei soldi in apertura non manca mai di risvegliare il mio lato greedy – il lato che vuole tutto, che ne vuole di più, di ogni cosa, sempre, ancora e ancora. Una fame insaziabile, che non rende migliori, che non ti libera – la più grande delle illusioni legate alla ricchezza: la libertà, ma al contrario ti lega piano piano, un filo alla volta, un bonifico alla volta. Tutto questo intuisco, capisco e comprendo, ma il mio lato greedy cresce, e prospera.
(S. aggiunge che vorrebbe trasferirsi in uno di quei monasteri sperduti in Tibet: dice che là, proprio perché non hai niente e non c’è niente, non c’è spazio per coltivare aspettative, e magari molto tempo per trovare la felicità. Sono sempre le aspettative a rovinare tutto.)
Nantes – Beirut
È la canzone degli amori persi. Della necessità di scommettere sulla paura e sul tempo, perché tutto prima o poi finisce sul fondo dell’oceano, dopo un anno e qualcosa, tranne i sorrisi che ci mancano.
(T. aggiunge che è la canzone della quarantena, dell’isolamento sociale, delle finestre aperte su Nizza, come altrove, come ovunque, senza che si levasse una voce, soltanto un’altra notte.)
Like A Stone – Audioslave
Per questa canzone E. nutre sentimenti e sensazioni che in questa sede non può o riesce a esprimere, e di più in merito non va riferito.
Crooked – G-dragon
È incredibile come questa canzone – che mi fa venire voglia di muovermi, di conoscere tutto, di distruggere tutto, di essere vispa e ingombrante ed entusiasta e inarrestabile – in realtà esprime una grande solitudine umana. Decisamente il mio personal anthem: ascoltarla mi fa sentire viva, nonostante mi ricordi a ogni strofa quanto sono profondamente storta e corrotta – come siamo un po’ tutti, e va bene così.
Howling – Cathedrals
Mi fa pensare a tutte le persone il cui amore mi ha cambiato la vita – al modo in cui mi hanno fatto arrossire, accogliendomi sotto l’ombra del loro peccato, alla bellezza e alla violenza di certe notti d’estate, all’odore delle loro dita, e delle mie, alla sensazione di meraviglia, timore e devozione con la quale mi sono tuffato nella loro pelle, non riuscendo spesso a risalirne più – a loro penso, quando guardo la luna, e ululo.
Do You Want To – Franz Ferdinand
Ending dell’anime Paradise Kiss, che mi ricorda l’adolescenza. L’adolescente che ero. Ricordo quella persona che amava le cose semplici, che amava i libri, i fumetti e gli anime, che amava l’idea di amare, e che soprattutto era convinta che nella vita le sarebbe bastato tutto questo, solo questo, senza aggiungere né togliere. Una persona che, un po’ come tutti gli ex, per un periodo mi è mancata terribilmente, ma di cui poi mi sono finalmente scordata. Però ancora mi fa un po’ ridere che l’amore sia molto spesso una cosa che funziona male. Non come negli Shojo che vedevo. Forse Paradise Kiss mi piaceva per questo: perché nonostante i cliché romantici, alla fine loro due si lasciavano. E soprattutto, alla fine di ogni episodio, c’era questa canzone, che ancora oggi risuona per tutto lo studio, mentre lavoro, e ridacchio ripensando a quell’adolescente, forse compatendola, forse invidiandola un po’.
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